lunedì, maggio 28, 2007

KHATMANDU

Scusateci per il ritardo ma il computers ha fatto le bizze e cosi’ e’ arrivato il silenzio.Ora siamo a Khatmandu sdraiati comodamente in compagnia di una fresca birra.

22 maggio: La grande Onda

Il frontalino fa quel che puo, la sua luce e’ assorbita dal nero della roccia, la neve ed il ghiaccio sono spariti, sciolti dal sole implacabile dell’estate che sta arrivando. Gli omini di pietra che avevamo eretto sulla neve si confondono oramai col fondo roccioso, mischiati inesorabilmente ad altri sassi. E’ l’istinto che ci guida lungo questa parte di tracciato, ma quando all’improvviso appare l’acqua tutte le nostre sicurezze svaniscono.

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lunedì, maggio 21, 2007

Quando la morte arriva dall'alto

E’ solo della corda bianca ed un sacco di tela a tenere assieme quello che rimane dei due coreani. Un groviglio di arti e pezzi pigiati in un sacco. Le loro teste sono rimaste lassu, assieme ai loro sogni, ai loro pensieri, strappate dalla violenza della neve e nascoste chissa’ dove. La valanga non gli ha risparmiati, un volo da 8500m fino al campo 2 a 6400m. Docidi persone per portarli a valle lungo il labirinto dell’ Ice Fall e due giorni di tempo. Ora le due scale di alluminio, due barelle improvvisate sfilano in silenzio in mezzo al campo, un avanzare lento e scomposto su questo terreno disseminato di sassi, blocchi di ghiaccio e tende colorate, l’elicottero romba in fondo al campo, un profilo scuro contro il cielo che con le sue pale che ferisce l’aria in attesa delle salme. Gli amici piangono in silenzio, gli occhi lucidi seguono quel che rimane dei loro compagni, le gambe stanche si muovono come automi, gli altri mormorano in silenzio una preghiera. Ognuno raccomanda al proprio dio l’anima di questi sfortunati. Di colpo e’ sceso il silenzio sul campo, altri due di noi che se ne vanno coi piedi in avanti. Sono gia tre in pochi giorni e la tensione che aleggia e’ palpabile.

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Immagini dal Nuptse







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Verso l'alto


Il colore e’ quello dei mari tropicali, un misto di azzurro e turchese, liscio come un piatto di porcellana e duro come il cemento non lascia penetrare facilmente le punte delle mie piccozze. Questo muro non finisce mai, Max da sotto mi incita a non mollare ma la sua verticalita’ aumenta man mano che mi allontano dal mio compagno. Gli ottanta gradi li ho gia lasciati alle spalle, i novanta gradi li ho sotto le punte dei miei ramponi ed i novantacinque gradi mi aspettano al varco. Mi sembra di arrampicare su una volta azzurra e liscia ed i polpacci gridano vendetta. E’ piu’ di un ora che sono appeso a questo cielo turchese e le braccia incominciano a farsi sentire,a 6000m l’ossigeno per i muscoli e’ quello che e’ e devo accontentarmi.
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mercoledì, maggio 16, 2007

Parlando coi sassi foto







Parlando coi sassi



I piedi si muovono da soli, lenti, lasciando nuove impronte sulla neve che vanno a mescolarsi a quelle di chi mi precedono. Un misto di neve e terra che si srotola tra queste valli, una traccia effimera che corre lungo queste lunghissime valli. Un filo conduttore che porta in alto. Siamo scesi per alcuni giorni in valle per rifocillarci e per far conoscere al nostro corpo il piacere di un bagno caldo, il brutto tempo imperversa e cosi’ per ammazzare il tempo sciamo sciamati a Lobuce ma ora rieccoci in marcia verso il Campo Base, verso la nostra vera casa. Nevica e cosi i pensieri sono piu’ liberi di correre e di concentrarsi sui dettagli. La presenza delle enormi pareti che ci corrono parallele si sente, si percepisce pur non vedendole,nascoste dalle nuvole gonfie di neve e vento. Una presenza discreta, poco invadente ma che e’ sempre li’, pronta a risvegliare ricordi o giorni duri a venire. A sinistra il Pumori, l’immane piramide che ha visto le nostre scorribande, un gioco pericoloso portato avanti con Fabio la primavera scorsa e che mi mette i brividi ogni volta che i suoi fianchi si riempiono di quel suono cupo di valanga che precipita violentemente a valle. A destra il Nuptse, la grande onda che con Max abbiamo incominciato a cavalcare, un misto di paura e gioi
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venerdì, maggio 11, 2007

Nuptse: il salto di roccia

Come il solito la sveglia suona alle 5-30 il tempo sembra buono ed io e Diego ci sentiamo pronti per ritornare su quel bel viaggio lasciato qualche giorno fa. Dopo una buona colazione ed un su e giu’ per il ghiacciaio carichi piu’ di muli ci troviamo alla base della parete ed indossato casco, imbraco, ramponi partiamo consapevoli della fatica che ci aspetta nel far correre i nostri jumar su quei 800 metri di corde fisse messe da noi nei giorni scorsi...

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Alcune immagini




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07.05.2007 l'avanzamento sulla parete


La corda scivola lenta, scorre come una spirale dietro lo spigolo, svolgendosi man mano dalla matassa di 200m assicurata alla mia picca. Il suo e’ un movimento sinuoso, qualche cosa di sensuale,si fa grattare dalla neve su ogni suo lato nel suo lento procedere verso l’alto, un bianco su bianco. Max e’ cosi’ lontano da me, cosi’ piccolo contro l’enorme parete che i miei pensieri si concentrano sul moto di questa corda. Mede in Corea, senza anima, solo trefoli di plastica attorcigliata in modo da raggiungere gli otto millimetri di diametro e’ quanto di meno appropriato esista per appendercisi sopra. Da noi andrebbe bene per stendere il bucato, ma da queste parti si fanno tiri, ci si appende, si fanno corde doppie, si lega lo Yak e si ancora a terra la tenda. Forse a casa nostra siamo troppo schizzinosi mentre qui ci si accontenta, come si fa col cibo, con il bagno e con il tempo. La mentre si apre un po di piu’ relegando solo al destino, gia scritto, la propria sorte...


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mercoledì, maggio 09, 2007

3 maggio 2007

Pronti via, il giorno della grande onda come dice Diego e’ arrivato e bisogna cavalcarla.

Sono le 7 del mattino ed il sole come un grande pennello colora d’arancio la nostra parete. Dopo una buona colazione ci avviamo carichi come dei muli avendo con noi 200 metri di corde statiche, piccozze, chiodi da roccia, viti da ghiaccio, 15 fittoni da neve, una corda da 50m in dyneema, casco, ramponi, una corda da 8mm, fettucce, moschettoni, cordini e “bazege” varie, tutte cose che sulle spalle non ti permettono di respirare come vorresti.

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martedì, maggio 08, 2007

IL MERITATO RIPOSO


Oggi la giornata non e' bellissima, ma il solo fatto che la sveglia suona alle 8 la rende gioiosa.

La colazione e' fenomenale ed abbondante, il nostro cuoco ci prepara latte, caffe', cioccolata, pane tostato con la possibilita' di spalmarci nutella o marmellata , insomma tutto quello che puo' fornire un hotel a 5 stelle. A scrivere sono seduto fuori dalla nostra tenda campo base Ferrino e mi gusto il paesaggio del Lhotse e del Nuptse i quali portano con grandi tonfi i loro
grattacieli di ghiaccio verso valle mediante il tortuoso " Ice Fall" ghiaciaio che finisce alle porte del campo base. Le cime continuano a coprirsi di nuvole grigie e dense, sicuramente la giornata finira'con una bella nevicata e noi come di consuetudine apriremo le nostre tendine, ci infileremo nel sacco, ascolteremo musica, leggeremo e penseremo a quanto fortunati o no siamo a vivere esperienze di questo tipo.

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mercoledì, maggio 02, 2007

La grande Onda


La grande onda


Il suo profilo e` semplicemente perfetto, la schiuma bianca che corre sui suoi bordi, un misto di vento e neve, si mischia al blu intenso del cielo. La si vede apparire da lontano, ma e’ solo avvicinandosi che si riesce a capirne tutta la sua grandezza. Come il grande surfista che, seduto su una spiaggia, l’ha attesa per tutta una vita, così noi ,seduti nella nostra tenda la vediamo apparire, quasi irreale, dalle nebbie che l’avvolgono.
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